• Marzo

    15

    2019
Pavimenti ed umidità

Pavimenti ed umidità

Il nemico numero uno di tutti i pavimenti incollati è, da sempre, l’umidità.

La presenza di umidità nel sottofondo causa invariabilmente distacchi e bolle, compromettendo anche gravemente la durata e l’estetica di un pavimento resiliente. Per fortuna in questi anni la tecnologia è venuta in nostro aiuto, ed ora ci sono molteplici soluzioni che ci permettono di posare in tranquillità pavimenti in linoleum, gomma o PVC anche in situazioni che solo pochi anni fa avremmo giudicato impossibili. La prima cosa da fare naturalmente è accertarsi se il fondo sia umido o no: e qui cominciamo col dire che per un pavimentista un sottofondo è umido se ha anche solo il 2% di umidità, quindi anche se non vedete pozzanghere sul pavimento non è detto che il fondo sia asciutto!

Si possono fare misurazioni più o meno veloci e più o meno precise, ma scoprire la presenza di troppa acqua sotto i nostri piedi non basta: dobbiamo capire se è umidità residua (cioè dovuta ad insufficiente maturazione del massetto, una eventualità evidentemente possibile nel caso di nuove costruzioni), umidità dovuta a perdite o infiltrazioni da impianti e serramenti (e qui naturalmente la prima cosa da fare è verificare lo stato di impianti e serramenti)  o umidità cosiddetta “di risalita”, dovuta all’assenza di isolamento dal suolo (questo è tipicamente il caso di costruzioni non troppo recenti e naturalmente posizionate a diretto contatto col terreno, tipicamente seminterrati, cantine, garage).

Nel primo caso e nel secondo caso basta avere pazienza: il fondo umido asciugherà naturalmente, e se non c’è tempo per aspettarne l’asciugatura naturale si può procedere ad una impermeabilizzazione chimica, stendendo delle apposite resine che bloccano l’eccesso di umidità per il tempo necessario all’assorbimento dell’eccesso di acqua.

Si tratta di trattamenti con efficacia limitata nel tempo, quindi adatti solo nel caso in cui si sia certi che l’afflusso di umidità non sia continuo nel tempo.

Quando invece siamo nel caso peggiore, quello dell’umidità di risalita, allora il gioco si fa duro!

Le soluzioni in questo caso prevedono tipicamente di cambiare tipologia di pavimento, e per fortuna ci sono ormai molte soluzioni molto efficaci, tutte basate sul concetto lapalissiano che tutto quello che non è incollato non rischia di scollarsi. Abbiamo quindi pavimenti resilienti che vengono posati semplicemente appoggiati al fondo (a posa cosiddetta flottante) o pavimenti tradizionali che diventano a posa flottante grazie all’accoppiamento con un qualche tipo di sottostrato isolante.

In entrambi i casi il trucco è quello di rendere la pavimentazione estremamente stabile e non soggetta a dilatazioni/restringimenti dovuti alla presenza di umidità: questo si ottiene o producendo pavimenti già costituiti da più strati, uno dei quali è appunto in fibra di vetro (un materiale estremamente stabile), oppure incollando un normale pavimento ad un sottopavimento in fibra di vetro: questa seconda soluzione è di norma più costosa ma se ben realizzata permette di resistere anche ad umidità notevoli.

Ormai le soluzioni a posa flottante stanno diffondendosi sempre più, perché oltre al problema dell’umidità hanno parecchi altri vantaggi: economicamente la posa è di norma più veloce e meno costosa, tecnicamente oltre all’umidità permette di risolvere il problema di crepe e fessurazioni del fondo ed infine permette, alla fine della vita del pavimento, una rimozione facile e “pulita”.

Quindi niente paura, anche se il vostro locale è umido la soluzione c’è!

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